Risposta in merito alla nota stampa del comitato dei soci prestatori di BMR

Interlocuzione avvenuta con spirito collaborativo

Confessiamo di aver provato un certo stupore e una buona dose di perplessità nel leggere l’articolo scritto dal Comitato dei soci prestatori della CMR.

L’interlocuzione è avvenuta a seguito di invito del Comitato è stato per noi motivo di ascolto in uno spirito collaborativo.

Non abbiamo voluto fare promesse, eravamo li per capire la situazione e cercare di individuare assieme se e quali strumenti potessero essere impiegati per risolvere questa crisi.

Spiace leggere che il comitato ci ritenesse “non preparati”, le nostre domande erano rivolte a comprendere a fondo la situazione al fine di poter portare nelle aule parlamentari le richieste del territorio. Forse il Comitato avrebbe preferito una pia illusione, un “non vi preoccupate, adesso ci pensiamo noi”, magari con una bella pacca sulla spalla. Questo non è il nostro modo di intrpretare l’impegno politico. Con umiltà ci siamo messi ad ascoltare senza portare una verità rivelata, senza soluzioni semplici e senza spiegoni.

Abbiamo dato la disponibilità a seguire la questione a Roma e a reincontrarci dopo l’inizio della nuova Legislatura, con una proposta ben chiara, attraverso un fondo straordinario, da poter avanzare già nella stesura della prossima legge di bilancio compatibilmente alle possibilità che offre l’assetto legislativo vigente.

Non ci prestiamo però silenti alla strumentalizzazione politica. Il PD non è CMR e CMR non è il PD. Il PD non controllava CMR. Tanto meno il PD dirige le Procedure concorsuali in corso. Non ci stiamo a seguire passivamente da parte di altri parti politiche lo sfruttamento di una crisi di così grandi dimensioni per le famiglie reggiolesi promettendo fantomatici ristori per meri fini elettorali.

Il clima, per quanto teso, martedì sera ci è perso di leale collaborazione. L’articolo in questione ci ha quindi stupito e amareggiato.

La nostra disponibilità al confronto e alla ricerca di soluzioni permane, ma per dialogare bisogna che siano entrambe le parti a volerlo.

Andrea Rossi e Ilenia Malavasi

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