Gazzetta di Reggio: Il diario dal Transatlantico giorno 5

La rubrica quotidiana per l’elezione del Presidente della Repubblica

La voce rotta dall’emozione di Emanuele Fiano, collega deputato e figlio di Nedo Fiano, scomparso nel dicembre del 2020 e uno dei pochi sopravvissuti dei campi di concentramento dove fu deportato nel febbraio del 44 all’età di diciott’anni, ci ha accompagnato al ghetto ebraico di Roma. Nella piazza del portico d’Ottavia una targa ricorda i 2.090 cittadini romani che il 16 ottobre del ’43 furono deportati durante un rastrellamento dei nazisti. È stato l’omaggio del Partito Democratico in questo 27 gennaio, giornata della memoria, alla comunità ebraica, in ricordo di uno degli eventi più feroci della storia contemporanea. Una celebrazione che deve tenere viva la memoria di ognuno di noi, per far sì che crimini simili non accadono mai più. Oggi ho voluto aprire questa rubrica con questo ricordo, anche in onore della senatrice Liliana Segre, che proprio questa mattina, come avviene ormai da lunedì, ha adempiuto al suo ruolo arrivando accompagnata da un altro senatore a vita, l’architetto Renzo Piano, in compagnia del quale, in un’immagine veramente bella da un punto di vista umano, è stata ritratta durante un breve saluto con il senatore Umberto Bossi nel Transatlantico.

Prima di riferire la cronaca politica da Montecitorio, mi è sembrato doveroso partire dal valore di una data così significativa come quella del 27 gennaio, che ci dovrebbe ancora oggi fare riflettere sull’importanza e sulla responsabilità che ricade su di noi, nel momento in cui eleggiamo il presidente della Repubblica. Una figura che ha dimostrato, in questi anni, primo fra tutti lo stesso Mattarella, di essere un vero punto di unità e di coesione del nostro Paese e dei suoi cittadini.

Un riconoscimento, questo, che riscontriamo anche durante il quarto scrutinio dove, tra i 540 votanti, mentre i grandi elettori di centrodestra si sono astenuti (441) per evitare ulteriori tensioni al proprio interno, Mattarella ha ottenuto 166 voti, che sono comunque una precisa indicazione nei confronti delle forze politiche. Una indicazione che arriva in un momento molto particolare, poiché quello che poteva essere uno scrutinio di svolta in questa fase di empasse che si sta registrando ormai da alcuni giorni, non è avvenuto. I due schieramenti, come la cronaca ci ha riportato, sono rimasti fermi sulle proprie posizioni: scheda bianca per il centro sinistra allargato con i cinque stelle, astensione per il centrodestra.

Il clima di fiducia quindi, su un possibile accordo che si era iniziato a registrare nella tarda serata di mercoledì, quando si sono svolte le diverse riunioni dei gruppi dei grandi elettori quasi in simultanea dalle 19 in avanti, si è raffreddato dopo l’incontro in apertura di mattinata del centrodestra. Quest’ultimo non ha dato indicazioni positive rispetto alla rosa dei nomi che ormai tutti ben conoscono, che comprende Mattarella, Draghi, Cartabia, Amato e Casini: figure che, come è stato detto, sono difficilmente riconducibili a uno schieramento e sarebbero utili invece a trovare un punto di sintesi per la maggioranza attuale che sostiene il governo. Dato che questa maggioranza, non sfugge a nessuno di noi e di voi, è altrettanto disomogenea, risulta di conseguenza evidente come la difficoltà maggiore provenga da un centro destra che deve essere capace di garantire da un lato l’unità della maggioranza di governo, ma dall’altro salvaguardare anche l’unità stessa del centrodestra, essendo Fratelli d’Italia oggi all’opposizione.

Una percezione, questa, che viene confermata anche da uno studio fatto da AdnKronos tramite Human, la piattaforma di web e social Listening, che evidenzia il sentiment nei confronti dei due schieramenti nella gestione politica dell’elezione del nuovo capo dello Stato. Da parte degli utenti social il giudizio più positivo è per Enrico Letta e Giuseppe Conte, rispettivamente con il 37,14% e il 35,16% delle preferenze, rispetto agli altri leader di centrodestra come Giorgia Meloni (29,4%) e Matteo Salvini (26,5%). Ovviamente queste sono tendenze, che fotografano comunque la percezione di quello che sta accadendo nell’opinione pubblica, sul fatto più attenzionato dell’attualità politica.

Intanto il pomeriggio scorre senza grandi novità e colpi di scena, con diversi interrogativi da parte dei grandi elettori, una volta concluso lo scrutinio. Lo spoglio è seguito dai vari televisori posizionati nel cortile esterno, attrezzato come una serra invernale, visto che all’interno dell’aula i posti per i vari gruppi politici sono per forza di cose contingentati; subito il confronto, come già avvenuto nei giorni precedenti, si sposta nei palazzi adiacenti a Montecitorio, all’interno dei vari spazi dei gruppi. È qui che i leader continuano nel tentativo di tessere una tela utile, speriamo, per addivenire in tempi brevi a un’indicazione che trovi il più ampio consenso; mentre nel Transatlantico la scena più simpatica, per i grandi elettori e giornalisti, avviene nello scambio di battute tra i governatori che attrae un capannello significativo di curiosi. Il tutto, mentre si consuma un’altra giornata di attesa.

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