Gazzetta di Reggio: Il diario dal Transatlantico giorno 3

La rubrica quotidiana per l’elezione del Presidente della Repubblica

Mia nipote definisce alcuni post che faccio su Instagram un po’ da boomer (un termine elegante per darmi del vecchio) rispetto al target tradizionale di utenti che il social network raccoglie. Ieri, scherzando con un mio caro collega a cena, gli facevo presente che vista la sua tipologia di post -una foto del suo voto con relativo commento “con disciplina e onore”- lui risultava più boomer del sottoscritto.

Da questo commento però, bisognerebbe trarre un insegnamento utile a quei colleghi che hanno cercato, come se fossimo alle elezioni studentesche, di prendere un po’ per gioco questa nomina; non è un buon servizio alle istituzioni scrivere sulla scheda nomi che vanno da Amadeus a Dino Zoff, con tutto il rispetto per questi profili, che nulla hanno a che vedere con la politica. Già è accaduto nel corso di altre legislature, e sono ben cosciente del fatto che anche tali particolari indicazioni di rappresentati delle istituzioni o della cultura, siano utilizzate per inviare messaggi in codice rispetto alle indicazioni ricevute dai singoli gruppi, ma questo non può scadere in semplice goliardia. Forse sarò troppo antico, e boomer, ma credo veramente che anche l’atteggiamento tenuto da noi parlamentari debba essere da esempio, per la responsabilità e il decoro stesso delle istituzioni.

In questa seconda giornata di elezione del PdR, il Transatlantico, seppure nel rispetto delle regole del covid, rischia di decimare i grandi elettori questa volta a causa delle sue temperature insolitamente rigide, almeno però è stata riattivata la rete internet dopo il black out di ieri.
Le tradizionali mise in completi scuri che solitamente vanno per la maggiore, sono state completamente sostituite da lunghi cappotti, visto il freddo che pervade l’interno degli spazi di Montecitorio: un gelo fisico e mentale capace di rispecchiare il clima politico attualmente in corso tra gli schieramenti.

Al netto di quelle che sono le dichiarazioni di rito, con la presentazione della terna da parte del centro destra, si potrebbe delineare una prova di forza, a partire dalla quarta chiama.
In altre parole, il termometro del dialogo si è fortemente raffreddato, e la tanta auspicata volontà di mediazione si sta infrangendo di fronte a un muro fatto dalla voglia di esprimere la propria incisività politica con durezza.

Una temperatura rigida insolita appunto, nonostante il bellissimo sole, è quella che si registra all’esterno in via della Missione, a fianco di palazzo Montecitorio, abitualmente utilizzato come parcheggio protetto attualmente trasformato in drive e accoglie circa 14 dei 30 elettori positivi che si sono prenotati e che, attraverso un percorso in sicurezza, accedono o in ambulanza o con la propria auto al voto, che avviene dopo che ne è stato accertato il diritto. La procedura è precisa: vengono fatte igienizzare le mani, si è forniti di guanti di gomma e un panno di carta da passare sul volante. Solo dopo queste operazioni, al deputato sono consegnate le due buste, di cui una con la scheda e una con la matita. Il grande elettore si reca nel box dove esprime il suo voto e poi infila la scheda all’uscita dell’urna.
La procedura è una delle tante novità imposte dalla situazione di emergenza sanitaria nella quale ci troviamo, insieme a una modalità di partecipazione al voto più lunga e farraginosa, che prevede l’inizio della chiama alle ore 15, partendo dai senatori per seguire con i deputati e chiudere con i delegati regionali.

Ogni sette minuti sono chiamati in aula 50 grandi elettori, mentre solo una piccola rappresentanza dei gruppi può partecipare, sempre dall’aula, allo svolgimento del voto.

Questa lunghezza delle operazioni di voto consente ai grandi elettori di aver più tempo per frequentare il Transatlantico, dove in questo martedì gli sguardi si fanno più intensi e accigliati, I selfie del primo giorno lasciano lo spazio ai capannelli sono più o meno numerosi in base all’ospite di turno: è evidente che i leader di partito, i capigruppo e i ministri portano con sé i capannelli più numerosi. Nel mentre l’operazione scoiattolo, andata male, da parte di Berlusconi e Forza Italia è sostituita dall’operazione caffè, lanciata nella riunione di oggi da Salvini. Prendere un caffè con tutti quelli dello schieramento opposto che possono essere indecisi e provare a convincerli, è la strategia. Poi non mancano i commenti che escono da questi capannelli, che in parte possiamo riportare, altri che invece non possono essere assolutamente riferiti. Ad esempio, c’è chi dice che il miglior chirurgo lo si lascia in sala operatoria e non lo si nomina a capo dell’ospedale: il riferimento è ovviamente al presidente del consiglio Mario Draghi. Alcuni evidenziano che piuttosto che far votare un determinato nome ci si tagli una mano: insomma, da tutte queste battute, a volte scherzose, a volte più serie, a conclusione di questa seconda giornata con un nulla di fatto, la percezione è quella che qualcosa all’interno degli schieramenti inizi pian piano ad avanzare, seppur l’incertezza regni ancora sovrana.

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