Nota stampa
Insieme alla collega Ilenia Malavasi abbiamo presentato all’attenzione del Ministero dell’interno un’interrogazione parlamentare per chiedere lumi rispetto all’ipotesi di chiusura del Reparto prevenzione crimine di Reggio Emilia.
Negli scorsi giorni i sindacati di polizia hanno reso noto che è nelle ipotesi al vaglio del Governo la soppressione di alcuni reparti, tra cui quello reggiano, per il contenimento della spesa pubblica. Abbiamo immediatamente avuto una interlocuzione con il S.i.u.l.p. di Reggio e con il suo segretario Aldo Aragiusto.
Tale soppressione appare non solo ingiustificata, in quanto il reparto ha sede nei locali della questura e quindi rappresenta un costo nullo per il ministero, ma addirittura deleteria. La chiusura del reparto significherebbe la riallocazione di una cinquantina di agenti sottraendoli dalle operazioni di controllo stradale e destinandoli verosimilmente ad operazioni di natura amministrativa.
Il Reparto prevenzione crimine “Emilia occidentale” serve non solo la provincia di Reggio Emilia, ma anche quelle di Piacenza, Parma, Modena e Mantova e in questi territori ha rappresentato un importante argine ai fenomeni di criminalità e alle infiltrazioni ‘ndranghetiste sul territorio.
L’avamposto di legalità rappresentato dal reparto serve anche migliorare il senso di sicurezza dei cittadini, atteso che questo è uno dei temi chiave dell’attuale Governo appare quantomeno discutibile che il Ministero ne proponga la chiusura. Vien da chiedersi se la sicurezza è un tema veramente a cuore del Governo o se solo vacue parole strumentalmente ripetute per esigenze elettorali.
In un territorio la cui Questura rappresenta un organico già sottodimensionato la presenza di tale reparto contribuisce a ridurre il problema offrendo collaborazione alle altre forze dell’ordine e rappresentando un presidio dei punti caldi della città nell’intento di garantire sicurezza e decoro urbano.
Il reparto si è peraltro ampiamente distinto negli anni in operazioni di solidarietà e assistenza, giova infatti rammentare l’aiuto dato in occasione dei terremoti dell’Emilia e dell’Aquila nonché delle alluvioni di Modena, Boretto e Guastalla.
La scelta del Ministero rispetto a questa sede è ad oggi priva di motivazione, oltreché palesemente in conflitto con le dichiarazioni pubbliche della maggioranza, motivo per cui siamo intenzionati a coglierne le ragioni e a chiedere eventuali misure compensative. Non è accettabile professare l’ordine pubblico e poi depotenziare i presidi sui territori, a meno di non voler generare un senso di insicurezza congeniale alla narrazione del Governo.