Emergenza urgenza dell’ospedale di Scandiano, una breve riflessione

Nota stampa

Una passerella utile a uso di foto e video: non poteva svolgersi in maniera diversa la presenza del sindaco Daviddi e del presidente del consiglio Cassinadri (del quale non si ricorda atto a sostegno della sanità pubblica nella sua oltre decennale esperienza amministrativa) arrivati a Bologna per un “non appuntamento” con l’assessore Donini; tuttavia, contestualmente ricevuti dai rappresentanti regionali della Lega nord. Una tribuna organizzata con il chiaro intento di mettere in campo un’azione politica e di strumentalizzare le 5.000 firme dei cittadini inconsapevoli di un disegno funzionale a un ritorno di consenso in previsione delle elezioni amministrative 2024. 

Immagino che mi sarà risposto che non è così: anzi, che la battaglia fatta è stata utile per riaprire il Pronto Soccorso 12 ore e poi per mantenere l’automedica, e che grazie all’impegno di questa amministrazione i risultati saranno ottenuti. Potrei già scrivere la controreplica alla mia nota, non ho dubbi sulle obiezioni che emergerebbero.

Peccato che il sindaco dovrebbe rispondere ad alcune semplici domande: in queste settimane si è forse interessato alle iniziative che sono state intraprese dai soggetti competenti, in particolar modo dalla Dott.ssa Marchesi, direttrice generale Ausl di Reggio Emilia e dal Dott. Ferri, direttore del distretto sanitario di Scandiano?

Perché né il sindaco e né gli assessori del Comune hanno partecipato alla Conferenza territoriale socio sanitaria del 18 aprile alla presenza dell’assessore Donini? Non era quello il luogo preposto per il confronto, puntuale sulle sedi di emergenza urgenza del nostro territorio? 

Dopo quattro anni da sindaco, con la forza delle proprie idee e le proprie convinzioni, sarebbe opportuno che egli rappresentasse la nostra comunità nei luoghi che gli competono, quelli istituzionali; dove lui può difendere e assumere le decisioni utili, dove si svolge il vero lavoro e si attua la discussione politica e amministrativa decisionale, dove si costruiscono e ottengono i veri risultati utili ai nostri concittadini e alle nostre comunità.

Invece, se nel progetto di riordino, il servizio di emergenza urgenza continuerà a essere attivo e l’automedica a operare nel nostro distretto, questo sarà il frutto del lavoro dei suoi colleghi, i quali hanno svolto la loro funzione nei tavoli dedicati. 

Perché deve essere chiaro che tutti in questi mesi abbiamo operato e dialogato con i vari livelli istituzionali, per fare sì che il nostro presidio ospedaliero continuasse a svolgere una funzione importante per il nostro distretto, in un contesto sanitario che, senza troppa retorica, sappiamo non essere semplice per diverse ragioni soprattutto esterne.

Perché questa è la politica, questo è amministrare, confronto e mediazione; anche davanti a temi complessi che non si possono strumentalizzare con raccolta firme, soprattutto da chi è stato investito dall’onere e dall’onore di indossare la bella fascia tricolore e dal dovere di risolvere problemi, anziché cavalcarli. 

Per concludere, quindi, un consiglio finale non richiesto al sindaco, che so essere mosso da sincera passione per la cosa pubblica: per favore, provi a rappresentare tutti noi in quei tavoli dedicati.

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