Alcune riflessioni
La scorsa settimana è stata approvata dalla Camera in via definitiva la proposta di legge che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata. Un provvedimento nato con l’intento di salvaguardare il patrimonio gastronomico e le produzioni agricole del nostro Paese. Come Partito Democratico ci siamo astenuti nel voto finale perché abbiamo ritenuto che non sia opportuna la presenza in legge del divieto di continuare a fare ricerca scientifica in questo campo, sollevando un problema di costituzionalità all’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”.
A oggi la commercializzazione e la vendita della carne coltivata non è ancora stata approvata a l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (EFSA) e, se in futuro dovesse approvare la sicurezza del prodotto, nei prossimi anni potrebbe verificarsi uno scenario dove la legislazione europea, concorrente rispetto alle leggi nazionali, consenta la libera vendita in nel nostro Paese di questo cosiddetto “novel food”. Per la maggioranza di governo, in tal caso, si alimenterebbe nuovamente l’eroica narrazione che vede contrapporre l’Italia alla perfida Europa.
