Obiettivo comune e comunitario: la pace in Ucraina. Storico accordo UE per la protezione temporanea dei rifugiati

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Sette giorni di guerra in Ucraina. L’assalto delle armate russe continua avanzando speditamente a sud. Mentre scrivo 60 chilometri di carrarmati russi sono alle porte della capitale Kiev, in attesa dell’assalto alla città. In questa settimana i nostri pensieri e le nostre azioni come parlamentari si concentrano per ristabilire la pace, nel rispetto della democrazia, della libertà e della solidarietà internazionale.

Se Putin pensava di conquistare l’Ucraina con una guerra lampo, ha evidentemente sottovalutato la resistenza del popolo che sta continuando a combattere per la libertà. A partire dal presidente Zelensky -l’obiettivo principale della Russia, la sua caduta costituirebbe la fine del governo democratico- è iniziata una guerra patriottica e partigiana. Una delle conseguenze più probabili e anche più pericolose in questo tipo di situazione è l’esacerbarsi da parte degli invasori delle violenze e degli attacchi. Non ci sono più solamente obiettivi militari, ma tutto ora è un potenziale obiettivo. E questa è la guerra più temibile per la popolazione civile, esposta ad attacchi senza scrupoli da parte di una potenza straniera, con una motivazione estremamente fragile. 

Dalle informazioni e dalle analisi che abbiamo letto e studiato nelle ultime settimane, l’operazione militare messa in campo da Putin ha origini più lontane e radicate nella perdita di potere nella sua sfera di influenza, una conseguenza che ha determinato negli anni invasioni in altri territori confinanti, come la Georgia e la Crimea e andando ancora indietro nel tempo, la Cecenia. Un potenziale avvicinamento dell’Ucraina alla Nato e all’Unione Europea è strategicamente un problema per la Russia e per la sua concezione dell’assetto geopolitico del mondo contemporaneo. 


La risposta coesa e forte dell’Unione Europea e delle forze Nato è stata dirompente nella psicologia dell’attacco, costruendo un fronte unito, la Russia si ritrova isolata e depotenziata a livello internazionale. Questa guerra ha dato vita a un nuovo corso globale, un attacco al cuore dell’Europa che dopo la Seconda Guerra Mondiale ha colpito territori in pace da quasi 77 anni. È nato un nuovo corso che sta trasformato le vite di tutti gli europei. 

Non è solo una guerra sul campo per gli ucraini, ovviamente coloro che pagheranno il prezzo più alto, ma è in atto una guerra psicologica e comunicativa che tocca vari livelli e vari ambiti. Non dimentichiamo che sono state documentate negli ultimi anni ingerenze da parte della Russia nelle elezioni americane e non solo. Anche l’informazione, che possiamo definire di regime, sta dimostrando come la Russia stia distorcendo la narrazione dell’attacco e della guerra. Lo possiamo vedere chiaramente negli arresti dei manifestanti che stanno pacificamente protestando in varie piazze di Mosca e San Pietroburgo. È stata arrestata Yelena Osipova, 80 anni, sopravvissuta ai nazisti per aver manifestato contro la guerra, sono state arrestate madri divise dai loro figli e trattenuti bambini per aver messo fiori davanti all’ambasciata ucraina a Mosca. 

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite mercoledì nella sessione d’emergenza, l’undicesima dalla sua nascita, ha adottato una risoluzione, non vincolante, per porre fine al conflitto in Ucraina. Sono stati 141 i voti a favore, 35 gli astenuti (tra cui Cina, India, Pakistan e molti paesi dell’Africa) e 5 i contrari (Federazione Russa, Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea e Siria).

Dalla scorsa settimana è iniziato un esodo stimato tra i più grandi della storia contemporanea, dalle stime ONU un milione di persone sta lasciando il paese per sfuggire a una guerra immotivata. Le prime stime dicono che potrebbero essere 10 milioni i profughi causati dal conflitto in Ucraina, Possiamo già con certezza affermare che nei prossimi tempi dovremo affrontare una crisi umanitaria senza precedenti, con un flusso migratorio che coinvolge per la metà giovani sotto i 14 anni. I profughi si stanno riversando nei paesi confinanti di Polonia, Moldavia, Ungheria, Romania e Slovacchia. È fondamentale l’attivazione di corridoi umanitari per accogliere le persone che necessiteranno di aiuti, soprattutto minori, donne e anziani che non sono rimasti in patria a combattere. 

Come Paesi membri abbiamo delle responsabilità, non possiamo girarci dall’altra parte. Nel pomeriggio di ieri, durante la riunione dei Ministri dell’Interno a Bruxelles, è stato siglato uno storico accordo di protezione temporanea dei rifugiati, attivando la Direttiva Ue del 2001 “uno strumento che consente di dare assistenza immediata a chi fugge dalla guerra concedendo permessi di soggiorno, assistenza sanitaria, possibilità di lavorare e diritto all’istruzione per minori”. L’Unione Europea è unita e solidale per chi fugge della guerra in ucraina. 

La Regione Emilia-Romagna ha attivato una raccolta fondi per l’assistenza ai profughi di guerra ucraini. 

Il Circolo del Partito democratico di Scandiano ha messo in piedi una raccolta di solidarietà per i profughi in fuga che invierà alla missione dei frati cappuccini a Sighet in Romania. 

Le Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia sta mobilitandosi in questo weekend per la raccolta di farmaci e di materiale medico sanitario da inviare in Ucraina tramite canali istituzionali che verranno aperti in accordo con i consolati e le istituzioni governative.

Martedì alla Camera, dopo il discorso del Presidente Draghi, abbiamo approvato con i voti di maggioranza e Fratelli d’Italia, la risoluzione che segna la posizione netta e ferma del nostro Paese nei confronti della guerra in Ucraina. Con forte senso di responsabilità, in uno dei passaggi più difficili di questa legislatura, il Parlamento dà mandato al Governo di intraprendere importanti iniziative a sostegno del percorso diplomatico, in merito alle dure sanzioni nei confronti della Russia, nell’invio di armi e nel potenziamento strategico a difesa dei confini Nato, nell’accoglimento dei profughi e nelle necessarie iniziative economiche per fronteggiare eventuali problemi conseguenti alle sanzioni commerciali. Qui il testo e qui il testo della risoluzione adottata al Parlamento europeo a inizio settimana.

Alcuni consigli di ascolto e di lettura: il podcast quotidiano “Stories” di Cecilia Sala.

Il podcast “Politics” di Francesco Costa e Chiara Albanese.

L’articolo di Walter Veltroni sul Corriere della Sera.

Scrivetemi a info@andrearossipd.it

Un saluto
Andrea

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