Da Lodi al DEF

Questa non è l’Italia che vogliamo

Apro questa nota con una notizia della settimana appena passata, e che ancora oggi continua a mantenere acceso il dibattito: “Lodi, bambini stranieri fuori dalla mensa” . La situazione è intollerabile, siamo di fronte a una palese violazione dei diritti umani fondamentali. L’ambiente scolastico dovrebbe essere considerato per i genitori un ambiente protetto in cui affidare i propri figli, mentre a Lodi, con l’attuazione di uno scellerato regolamento comunale, non è più così. Ritengo che sia una cosa indecente continuare a costruire una iniziativa politica sfruttando, in questo caso, anche dei bambini innocenti. Il grandissimo successo della raccolta fondi “Tutti i bambini sono uguali – Colmiamo la differenza” che ha raggiunto in poche ore più di 60 mila euro in donazioni, causando la sospensione momentanea della raccolta, è la migliore risposta a questa vergogna.   I lavori parlamentari di questa settimana ci porteranno a discutere di un paio di proposte di legge: “Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile e di qualità” e “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”.  

Questi due importanti progetti di legge anticipano un fine mese molto intenso, infatti è iniziato l’iter parlamentare di due grandi provvedimenti: – l’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge su sicurezza e immigrazione (dl Salvini); – l’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante “Disposizioni urgenti per la città di Genova e per la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti” (che vede tra gli argomenti di discussione alcuni emendamenti che ho presentato riguardanti progetti a favore di comuni, imprese e cittadini nelle aree colpite dal sisma del 2012 e che vi descriverò con maggior accuratezza nei prossimi giorni).   La settimana parlamentare che si è appena conclusa ha posto l’attenzione su un argomento sul quale non solo le istituzioni europee, ma anche le imprese, le famiglie e le istituzioni bancarie guardano con una certa attenzione. Infatti, se si pensa di derubricare il dibattito sul DEF sullo spread che sale e lo spread che scende, sull’attacco della finanza speculativa o dell’ingerenza della tecnocrazia europea nei riguardi dell’Italia, non si sono comprese bene le reali e concrete ricadute di tale provvedimento sul bilancio delle imprese e delle famiglie.   Sto ovviamente parlando della “Nota di aggiornamento del documento di economia e finanzia 2018”, che ricordo essere il documento principale con il quale il Governo descrive la situazione economica e di finanza pubblica aggiornata agli ultimi dati disponibili e definisce la cornice entro quale si svolgerà l’azione programmatica, a partire dalla legge di bilancio (in discussione in Parlamento nei mesi di novembre e dicembre).   Il commento che vi porto contiene due valutazioni. La prima è una valutazione fredda basata sui dati economici: in questo momento ci troviamo di fronte un Paese migliore di quello che il Pd si è trovato a governare nel pieno della crisi economica; ad esempio deficit/Pil ridotto dal 3 per cento (2013) al 1,8 per cento (2018), pressione fiscale in calo dal 43,6 per cento (2013) al 41,9 per cento (2018). Con il clima di incertezza, causato anche dall’inversione di tendenza della Nota rispetto agli obiettivi che con difficoltà sono stati raggiungi negli ultimi anni, l’Italia si sta nuovamente esponendo a una instabilità finanziaria mettendo a rischio l’avanzo primario; lo dimostra, ad esempio, il ribasso della previsione di crescita del Pil (da 1,5 per cento previsto ad aprile al 1,2 per cento della Nota). Con l’aumento del deficit nel 2018 al 2,4 per cento del Pil, non solo si mette a rischio l’avanzo primario, ma si indebolisce il Paese sia nel presente sia di fronte alle eventuali future inversioni del ciclo economico. Inoltre, accresce l’instabilità nei confronti dell’Unione europea e non dà spazio alla possibilità di continuare il trend positivo di investimenti pubblici. Alcuni esempi sono la difficoltà di proseguire nei progetti come TAV, TAP, Pedemontana lombarda, ma non solo, come ho detto nella mia precedente nota, del Passante di Bologna e il prolungamento della Sassuolo-Campogalliano.   La seconda è una valutazione meno fredda, più politica. La nostra proposta, quella del Pd, puntava su tre pilastri sui quali costruire il rilancio del nostro Paese: lavoro, crescita e famiglia. – ridurre il costo del lavoro, realizzare la riduzione permanente del cuneo contributivo per i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, rilanciare la competitività e incrementare l’occupazione stabile; – accelerare la ripresa degli investimenti, ad esempio facendo partire le grandi opere infrastrutturali finanziate nei precedenti governi a guida Pd; – realizzare la riforma complessiva dell’aiuto fiscale per le famiglie con figli ai lavoratori autonomi (garantendo l’assegno universale di 240 euro per figlio a carico); – continuare a rafforzare la lotta alla povertà attraverso il Reddito di Inclusione.   Una proposta, quella presentata dal Governo, che invece rischia pesantemente di incidere in modo negativo – con la realizzazione di politiche assistenzialistiche, quali il reddito di cittadinanza e l’abolizione tout court della legge Fornero – sulle giovani generazioni, già oggi gravate di un debito del quale sicuramente non sono responsabili.  

È stata annunciata una manovra economica, che avremo modo di analizzare nel dettaglio quando verrà depositata entro il 20 ottobre, del valore complessivo indicativamente di 40 miliardi di euro; dei quali una parte ottenuti in deficit, un’altra con presunte maggiori entrate di 8,1 miliardi di euro e una riduzione della spesa di oltre 6,9 miliardi di euro. Il rischio è che per realizzarla vengano toccati quelli che per noi sono e rimangono settori di importanza sociale fondamentale come la sanità e la scuola. Su questo argomento vi segnalo un interessante articolo di Roberto Perotti su Repubblica.   Mentre proseguono, da parte di alcuni esponenti del Governo, ripetuti attacchi a istituzioni autonome e istituti di garanzia, vi consiglio di leggere un interessante articolo di Sabino Cassese.   PS: Nel mentre il dibattito politico all’interno del Partito Democratico – se mai ce ne fosse il bisogno – si anima e si arricchisce di proposte e candidati. Proprio domenica si è conclusa Piazza Grande. Io vi aspetto e, mi auguro, possiate partecipare da venerdì 19 a domenica 21 ottobre, alla Leopolda 9. Qui trovate tutte le informazioni: è consigliata la pre-registrazione, per avere un accesso rapido dell’area. Saranno tre giorni di buona politica, di confronto e di partecipazione. Vi segnalo l’intervista di Matteo Renzi sul Corriere della Sera, in cui parla dell’iniziativa e anticipa alcuni temi che verranno trattati.

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