Dermatite nodulare bovina: il Governo non sottovaluti questa emergenza. Subito un piano straordinario di contenimento e indennizzo per gli allevatori delle zone colpite

Nota Stampa

La diffusione della dermatite nodulare bovina che ha già colpito diverse regioni italiane, dal Sud fino alla pianura padana, rappresenta un’emergenza zootecnica da affrontare con massima tempestività e responsabilità. Anche il nostro territorio, pur non avendo al momento registrato alcun contagio, è stato incluso nelle zone di sorveglianza epidemiologica: segnale evidente della gravità e della rapidità con cui si sta propagando il virus.

Voglio ringraziare le autorità sanitarie locali, i servizi veterinari e il sistema allevatoriale per la prontezza con cui stanno reagendo. Coldiretti ha lanciato per tempo l’allarme e oggi, grazie alla collaborazione tra istituzioni e operatori, nella nostra provincia sono stati rafforzati i protocolli di monitoraggio e prevenzione, senza che si siano registrati casi di infezione tra i capi.

La dermatite nodulare bovina è una patologia virale che non colpisce l’uomo, ma che può avere effetti devastanti sulla salute degli animali, sulla produzione lattiero-casearia, sulla movimentazione del bestiame e sull’export dei nostri prodotti d’eccellenza, come il Parmigiano Reggiano. I danni economici per le imprese zootecniche rischiano di essere enormi, soprattutto in territori dove l’allevamento rappresenta una voce fondamentale dell’economia agricola.

È necessario che il Governo nazionale non sottovaluti questa emergenza. Chiediamo al Ministero della Salute e al Ministero dell’Agricoltura un piano straordinario di contenimento e indennizzo per gli allevatori delle zone colpite, misure chiare e trasparenti su controlli e tracciabilità, un tavolo permanente con le associazioni di categoria e risorse immediate per sostenere le aziende in difficoltà.

In Parlamento vigileremo affinché non venga lasciato solo chi lavora ogni giorno per garantire qualità, sicurezza alimentare e presidio del territorio. Non possiamo permettere che, come già accaduto in passato, una crisi sanitaria venga gestita con ritardi e sottovalutazioni, mettendo a rischio interi comparti produttivi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *