
In occasione delle celebrazioni per i 15 anni della Fondazione Casalgrande Enrico Berlinguer
Si è tenuta ieri sera la prima iniziativa per celebrare i festeggiamenti dei 15 anni della Fondazione Casalgrande Enrico Berlinguer alla presenza di Massimo D’Alema Presidente del Fondazione Italianieuropei, già Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, intervistato da Mattia Mariani direttore di Telereggio.
Un’importante appuntamento organizzato per ringraziare i soci fondatori e i volontari della Fondazione Casalgrande Enrico Berlinguer, nata nel 2010 con lo scopo di tramandare valori e tradizioni della sinistra italiana, aiutando nell’organizzazione e gestione della Festa de l’Unità di Villalunga e supportando associazioni di volontariato di tutto il territorio reggiano.
Nei saluti iniziali il deputato democratico Andrea Rossi ha sottolineato come oggi sia fondamentale parlare e discutere di politica estera e di come il Presidente D’Alema sia ancora oggi un punto di riferimento per la riflessione politica e la comprensione del complesso quadro internazionale: “Il Medio Oriente è da sempre al centro delle riflessioni del Presidente D’Alema, che non ha mai smesso di sottolineare come questa regione rappresenti il cuore pulsante – e sofferente – delle contraddizioni globali. La pace tra Israele e Palestina, oggi più che mai, non può più essere considerata una questione regionale, ma è diventata la chiave per costruire un futuro sicuro anche per le nostre generazioni. Non si tratta più, purtroppo, solo di una disputa territoriale: si sta trasformando in un conflitto etnico, culturale, persino esistenziale, alimentando quella frattura tra civiltà che rischia di incendiare tutto il bacino del Mediterraneo.”
Il Presidente D’Alema, presentando la nuova rivista di Italianieuropei che affronta il tema “una pace giusta”, ha sottolineato come l’attuale classe dirigente politica oggi dovrebbe comprendere l’importanza di ciò che accade a livello globale partendo dal Medioriente e senza dimenticare la Cina, i paesi dei Brics e i nuovi Paesi emergenti sempre più protagonisti nello scacchiere internazionale.
In questo scenario l’Unione europea necessita di prendere con più forza posizioni e iniziare a colmare il vuoto che sta lasciando nel conflitto che attanaglia il Medioriente. Ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza nei confronti del popolo palestinese da parte di Israele e dal primo ministro Netanyahu è un vero e proprio crimine contro l’umanità; le scelte politiche degli Stati Uniti con Trump stanno cambiando le sorti della politica internazionale e l’Europa dovrà trovare il coraggio di ridefinire un ruolo autonomo, credibile, capace di parlare con una sola voce e di portare avanti una propria visione di pace, diritti e cooperazione.
Il presidente D’Alema ha ricordato come nel 2006 l’Italia insieme all’Europa avviò il grande sforzo diplomatico per fermare la guerra in Libano con Israele e, coinvolgendo gli Stati Uniti, propose la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dispiegando una forza internazionale per fermare il conflitto.
Così come accadde allora, oggi sarebbe fondamentale e necessario trovare una via di negoziazione e avviare una nuova conferenza di pace per una soluzione sostenibile: non si può continuare a rimanere inermi di fronte alla tragedia umanitaria che sta avvenendo e che coinvolge la popolazione civile palestinese, senza acqua, aiuti umanitari, beni di prima necessità da mesi.
Per il presidente D’Alema sarebbe urgente mettere in azione un processo democratico che consenta di fare emergere nuove leadership con nuove elezioni per la Palestina e per Israele. Una prospettiva nel breve periodo molto probabilmente irrealistica, ma che potrebbe portare a un nuovo dialogo tra le parti.
Sarebbe fondamentale iniziare un nuovo dialogo tra le parti, perché la situazione attuale sta generando solamente nuovo odio, violenza e terrore nei confronti di un popolo, generando insicurezza e paura che rischia di sedimentarsi per i prossimi decenni in Medioriente e di conseguenza in tutto il mondo.