Casalgrande, alcune riflessioni su volontariato e sport

Nota stampa

Non sfuggono ai lettori più attenti le parole, non troppo velate, del sindaco Daviddi nei confronti delle amministrazioni precedenti sul rapporto con il volontariato sportivo -e non è la prima volta che vengono utilizzate tali espressioni- “l’associazionismo è visto come un’area di influenza che garantisce consenso politico” ergendosi a unico detentore di determinati valori, a partire dalla trasparenza, in nome del civismo.

Proprio per togliere quel velo di ipocrisia del quale il sindaco parla, forse dimentica che proprio lo sport nei 10 anni precedenti era una delega affidata a una figura oggi sicuramente in primo piano nella sua amministrazione, il Presidente del Consiglio comunale, che esercitava in maniera fattuale, e in autonomia con la collaborazione delle Giunte precedenti, con il quale anche il sottoscritto ha avuto la possibilità di collaborare in modo sicuramente positivo, anche grazie alla sua passione e conoscenza maturata nel settore dopo tanti anni come responsabile di una selle società più riconosciute dello sport casalgrandese.

Insieme a Marco Cassinadri negli anni scorsi abbiamo avviato numerosi progetti sul territorio e creduto fortemente nella crescita del settore sportivo del nostro Comune: sono riconoscibili non solo diversi investimenti, del quale evito l’elenco ma sempre disponibile a un confronto nel merito delle realizzazioni effettuate, ma era identificabile l’idea di fondo per noi fondamentale, che il volontariato non fosse un suddito “da comprare”, bensì un soggetto coprotagonista nella gestione del patrimonio pubblico, attore fondamentale nella crescita sociale e civile della comunità, capace di mantenere delle aree a cui oggi vengono riconosciuti importanti risultati e altrettanti risparmi per l’ente pubblico.

Se il sindaco ha deciso di togliere questo velo di ipocrisia e dato che “è un segreto di pulcinella noto a tutti” -se si dovesse scendere a quel livello di dibattito e di confronto- per trovare persone impegnate attivamente da anni in società sportive sarebbe sufficiente scorrere la lista dei consiglieri comunali di maggioranza e di quelli che sono tra i consulenti più impegnati e ascoltati sia dal sindaco che dell’amministrazione stessa.

Non sono sinceramente interessato a questo livello di dibattito, però preserviamo la buona educazione e il rispetto delle giuste e opportune posizioni di ognuno, senza rincorrere sempre una cultura del sospetto, che non appartiene e non deve appartenere, almeno per quanto mi riguarda, a chi ha avuto l’onore e l’onere di amministrare questa bellissima comunità.

Per concludere un consiglio non richiesto al sindaco sullo sport, l’idea romantica del rispetto dell’uso degli spazi per tutti confligge con l’esistenza stessa delle società sportive, impegnate nella gestione ottimale dei campi per non gravare eccessivamente sul pubblico e sulle famiglie dei ragazzi che frequentano le discipline sportive. Provi il sindaco a chiedere alla pallamano di lasciare aperto il Palazzetto, o alla Virtus le palestre, o al Casalgrande Calcio lo Stadio comunale tanto per fare qualche esempio.

Perché un conto sono gli spazi per le attività agonistiche, che comportano molte responsabilità, anche giuridiche, per chi li gestisce e un’altra cosa sono i luoghi come parchi e piste polivalenti per lo “sport in campo libero”, spazi nei quali il Comune di Casalgrande ha investito fortemente negli anni precedenti e dovrà continuare a investire.

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