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Alcune brevi riflessioni sul voto di domenica in Emilia-Romagna

“Caro amico, ti scrivo…” Avrebbe intonato uno dei grandi artisti che hanno segnato e raccontato la nostra terra… E così mi trovo a scriverti io, in questa ultima newsletter che ci separa dal voto del 26 gennaio, che voglio ricordare è un voto per l’Emilia-Romagna, per il governo della nostra Regione, e non per altro come qualcuno vorrebbe farci credere.

Ogni abitante dell’Emilia-Romagna -vi sia egli nato o vi risieda per motivi di vita, studio i lavoro- può dirsi figlio dello spirito di queste terre. Un luogo di cui, pur nelle diverse storie e sensibilità, siamo tutti interpreti e custodi gelosi: un orgoglio e un senso di appartenenza, il nostro, che ci fanno gonfiare il petto ogni volta che ci capita di parlarne con qualcuno di altre regioni d’Italia o provenienti da altri Paesi.

La nostra terra è quella delle strade lunghe e dritte che hanno dato vita alla Ferrari; dei portici accoglienti lungo la via Emilia da cui un giorno un cuoco innamorato inventò la celebre forma del tortellino; delle campagne piene di umidità e di nebbia in cui l’allevamento del maiale ha dato via a una delle norcinerie più famose d’Italia e a una salumeria senza eguali; dei piccoli capannoni nati da una felice intuizione di un popolo laborioso e in cui oggi si produce metà della ceramica del mondo; di quei metri dopo metri di costa assolata della Riviera, dove degli eterni ragazzi sono riusciti a creare un distretto turistico dal fatturato gigantesco.

E tutto, o gran parte di tutto, ha preso vita a partire da quella linea dritta tracciata secoli fa da Marco Emilio Lepido. Che si tratti dei portici di Bologna o dell’Appennino, che si tratti dei 120 chilometri di spiaggia finissima sull’Adriatico, o dei centri storici medievali delle nostre città, l’Emilia-Romagna è tutto questo: una meravigliosa esplosione di creatività, passione e coraggio di osare.

Non ci siamo accontentati di valorizzare un territorio unico: in realtà abbiamo avuto a cuore il benessere e la qualità della vita delle persone. Siamo quelli dell’export, certo, ma pure degli alti tassi di occupazione femminile e del protagonismo delle donne. Che passa attraverso personaggi grandi, come Nilde Iotti, (la cui figura incute timore ancora a tanti, a tal punto che si tenta di ridimensionarla), ma anche figure semplici che negli anni sono state partigiane, staffette, madri o lavoratrici.

E poi siamo quelli che hanno reso il volontariato un fiume in piena, la cui forza scaturisce dalla gratuità e dal profondo senso morale delle nostre genti. Una scelta, anche questa, di cuore.

Siamo inclusivi e aperti al cambiamento, abbiamo affrontato sfide e superato periodi difficili. Ci siamo rimboccati le maniche e siamo cresciuti più forti di prima, grazie alla lungimiranza delle nostre comunità, attraverso delle responsabilità condivise e rendendo protagonisti tutti gli uomini e le donne che partecipano attivamente alla vita pubblica nelle nostre terre.

Abbiamo impresso nel nostro DNA valori della dignità umana, del rispetto delle diversità, della solidarietà collettiva, dell’antifascismo; siamo la terra dei fratelli Cervi e della rinascita della libertà e dei diritti sociali per tutti. Siamo protagonisti di un noi collettivo che crede nella forza delle persone delle comunità emiliano-romagnole.

Abbiamo a cuore il nostro territorio: così come nell’emergenza per il terremoto che ha devastato l’Emilia nel 2012, oppure come in Romagna nel 2019, dopo la tromba d’aria che si è abbattuta sulle nostre coste. Lo siamo nel quotidiano, nel lavoro e nella fatica di tante imprese diventate leader di settore, dando lavoro a tanti giovani e le nostre maestranze migliori.

Abbiamo a cuore le nostre persone: abbiamo investito in welfare e terzo settore, per non lasciare indietro nessuno, dall’infanzia alla terza età. Abbiamo sviluppato una fortissima rete di volontariato e di associazionismo dalla sanità all’integrazione sociale, investendo in cultura e nello sport per tutti.

Cara amica e caro amico,
sappiamo che questo non è mai abbastanza. Oggi vogliamo continuare a investire per il futuro delle prossime generazioni e per i nostri figli. Crediamo che la crescita e il benessere collettivo siano fondamentali per la rigenerazione della nostra Regione, accrescendo sempre di più nei diritti e nei doveri, per ridurre le disparità ed estendendo la rete di protezione sociale e dei servizi senza distinzione di reddito.

Investiremo in conoscenza e educazione, fin dall’infanzia: con i nidi gratuiti e accessibili a tutti, con l’estensione dell’alfabetizzazione della lingua inglese nei nidi e nelle scuole d’infanzia e la continua ricerca per l’innovazione didattica. Vogliamo azzerare la dispersione scolastica e garantire il diritto allo studio a 100 per cento, creando nuove competenze per ciascuno, con una formazione che sia al passo con le nuove opportunità di occupazione richieste nelle aziende e nel settore dei servizi.

Vogliamo costruire le condizioni per la creazione di una piena e buona occupazione per tutti, con un nuovo patto per il lavoro 2030, passando dalla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Vogliamo attuare un piano pluriennale di investimenti in prevenzione del dissesto idrogeologico e rafforzare le politiche per la lotta all’inquinamento dell’aria. La nostra Regione continuerà a investire in agricoltura, perché diventi sempre più innovativa, biologica e integrata. Grazie alla nostra naturale vocazione all’ospitalità, continueremo a creare nuove opportunità per il turismo in tutte le sue forme e per tutte le età.

Per questo, e per tanti altri motivi, il 26 gennaio 2020 il nostro voto è fondamentale. Per la nostra Regione, per la nostra terra e per la nostra comunità.

Dopo tanti anni di conoscenza personale e politica potrei dire tante cose su Stefano Bonaccini, mi limito a evidenziare due caratteristiche personali, che forse non tutti conoscono: il primo aspetto è che non ho mai conosciuto altre persone con una passione politica come la sua, per quella politica alta e nobile, fatta di confronto costante con le persone, con lo spirito positivo di cambiare e migliorare le condizioni di vita di tutti, nessuno escluso. Il secondo tratto distintivo di Stefano è che una persona semplice, con i piedi per terra, mai affascinata dal potere e, nonostante il suo ruolo, è sempre rimasto lo stesso.

Abbiamo passato mesi intensi e arricchenti in giro per l’Emilia-Romagna durante questa campagna elettorale, da Piacenza a Rimini, abbiamo sentito forte la vicinanza e il calore delle nostre comunità a Stefano e a tutti i candidati al consiglio regionale. Ora, insieme, sosteniamo Stefano Bonaccini verso lo sprint finale con il nostro voto del 26 gennaio 2020.

Emilia-Romagna, un passo avanti.

In queste ultime ore di campagna elettorale, ricordo che nel votare è possibile anche indicare due preferenze, una donna e un uomo, qui il fac-simile di scheda, a fianco del simbolo del Partito Democratico. La mia scelta a Reggio Emilia in modo trasparente andrà a Alessio Mammi e a Ottavia Soncini. Con Alessio un’amicizia più che ventennale, fin dalle prime Feste de l’Unità fatte insieme ancora studenti. Un amministratore, attento e preparato, con il quale ho condiviso insieme 5 anni da sindaco, lui a Scandiano e io a Casalgrande, e sono sicuro che si farà carico di questo territorio in Regione. Con Ottavia abbiamo iniziato insieme l’esperienza in Regione nel 2014, dove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Consiglio regionale con competenza e professionalità, sempre attenta alle istanze del territorio e delle persone. Qui il link per trovare i nostri candidati del PD a Reggio, insieme a Alessio e Ottavia, anche Andrea, Fabrizio, Federica e Roberta.

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